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“Azzurra e Argento” è la favola dell’amore vissuto fino in fondo, un amore che stravolge la vita, unisce e guarisce. Essa parla di due tortorelle che, planate nella Palestina di Gesù, si trovano coinvolte in un’avventura più grande di loro e riescono ad attraversarla con la forza che solo l’amore può donare. Il mondo che propone è quello che gli uomini dovrebbero costruire per essere felici. Leggendo questo libro si ha veramente l’impressione di “volare” lasciandosi guidare dalla fantasia, pur rimanendo saldamente ancorati alla “Verità” del mistero divino. L’autrice con audacia ed intuizione ci introduce delicatamente nella profondità della vita terrena di Gesù attraverso la semplicità e la purezza di due tortorelle dal collare orientale, protagoniste della favola. Dipingere alcune scene è stato per me quasi naturale: la tecnica pittorica dell’acquerello, immediata ed istintiva, con le sue particolari fusioni di colore, trasparenze e velature, ha dato forma ed espressione ad accurate descrizioni, appassionati dialoghi e gioiosi cantici. Un grazie particolare per l’amorevole attenzione rivolta alla sensibilità e alla forza del genere femminile. Patrizia Ruscio |
L'Attesa
In volo verso la Palestina
Argento: sei stanca Azzurra? Siamo in volo da tante ore forse vorrai mangiare o bere un poco. Lascia che individui un campo con dei semi gustosi, lo vorrei cercare accanto a un fiume, potremmo rinfrescare là le nostre piume e dare riposo alle nostre ali.
Azzurra: sei sempre pieno di pensieri belli, che felicità averti incontrato! Il tuo tubare così profondo e coinvolgente mi ha fatto innamorare, quando mi voli intorno il cuore mi batte forte e il calore del tuo amore accende quello mio. Verrà presto il momento di deporre le uova, ne voglio fare due, dovremo cercare un luogo per costruire il nido.
Argento: cosa dici Azzurra … sei già pronta per nidificare? Non me lo avevi detto, se è così non ti devi stancare.
Azzurra: Argento, sposo mio, forse sono incinta, vorrei fermarmi un poco. Cerca un posto bello con l’erba rasata che sia pieno di pace ed io ti seguirò.
Argento: eccolo, Azzurra, eccolo laggiù, c’è un fiume che s’allarga, vedo delle tamerici, sono in fiore, guarda le nuvole rosa che le adornano … siamo in primavera, è la stagione dell’amore! Scendiamo là, certo troveremo dei semini da mangiare e forse qualche insetto, se siamo fortunati riusciremo a beccare anche un trifoglietto! Sei pronta? Apri le tue ali orlate d’arabeschi scuri, spalanca il ventaglio della tua coda e mostra al cielo che t’inghiotte la grazia misteriosa delle timoniere bianche che guidano il tuo volo nelle nostre rotte.
Azzurra: eccomi Argento! lasciati scivolare prima tu, stammi davanti, io scenderò veloce con le mie ali audaci e ti seguirò mandandoti dei baci.
Argento: giù, Azzurra, giù vai sempre più veloce, giù verso la terra amica, ora fai una virata da regina piano adesso, lasciati planare, … siamo arrivati in Palestina!
Azzurra: cerchiamo il cibo vicino al fiume giallo, là ci potremo anche dissetare. Sento una grande pace intorno a noi gonfia il tuo gozzo Argento e inizia a cantare.
Azzurra: è sera ormai, il silenzio è profondo il fresco di quest’ora c’invita alla preghiera, congiungi le tue ali sopra il capo e ringrazia con me l’autore del Creato:
“Io ti ringrazio Padre che ci hai creato uccelli munendoci di ali per esplorare il cielo, che hai creato l’acqua dei ruscelli per rinfrescarci il corpo, che hai dato vita alle cascate che fanno un gran rumore quando precipitano dall’alto dei dirupi. … Ti ringrazio per le farfalle che giocano nell’aria, per i fiori pieni di colori, per l’erba inanellata da gemme di rugiada, per le bacche che pendono dagl’alberi, per gli insetti che ci nutrono e per i frutti gustosi che ci lasciano in becco la dolcezza di un bacio. … Io ti ringrazio Padre nostro per i venti, per le nuvole, per il sole che ci riscalda e ci asciuga le piume, per le onde del mare che s’infrangono a riva con fragore, per i rami degli alberi che fanno da tetto ai nostri nidi per il sereno del cielo dopo il temporale per le tue grandi ali che ci proteggono dal male … e per la tua voce soave che c’invita a volare”.
Il fragore della folla
[...] Azzurra: quell’uomo parla la nostra lingua, capisco le sue parole, ora incrocia il mio sguardo … mi sta fissando in viso e mi manda un sorriso. Il suo corpo ha l’energia del lampo che con il suo fuoco trapassa il buio delle nuvole cariche di pioggia. Guarda, s’inginocchia, chiede di esser battezzato, cosa vuol dire battezzare? L’altro uomo prende l’acqua dal fiume e gliela versa in capo … ora capisco Argento, questo è il significato: è un simbolo, è come chiedere al Creatore una benedizione, è una preghiera al Padre nostro che ci ha dato le piume per proteggere il corpo e il becco per scovare il cibo nel terreno. Riceviamo anche noi quell’acqua benedetta, svolazziamogli intorno, qualche piccola goccia cadrà sopra di noi e il nostro amore si rafforzerà.
Argento: fermati Azzurra, guarda quel lume che s’accende in cielo … è un uccello è un piccolo fratello, ha le ali aperte, s’avvicina veloce, il suo volo è imbrigliato in un raggio di sole, tutto brilla, tutto diventa puro anche i tuoi occhi Azzurra si trasformano in oro.
Azzurra: è una colomba, quanto è bella! È vestita a festa, chi gli ha prestato la veste ricamata? Forse gliel’ha cucita il vento intorno al corpo, forse la stoffa l’han tessuta gli uccelli diventati angeli per insegnare agli uomini come abbellire il mondo. lo sai Argento che gli angeli di Dio hanno le ali?
Arrivo a Cafarnao
[...]
Azzurra: … ho le doglie Argento, mi sento tanto male, sto deponendo un uovo, copri la mia pena con la tua voce che mi sa consolare!
Argento: il mio gozzo si gonfia, congiungo le mie ali e gorgheggio i versetti degli amori sponsali:
“Ti amo sposa mia, il tuo manto ha il colore della sabbia del deserto e il tuo ventre chiaro m’intenerisce il cuore; amo il tuo collo adornato da un collare che ingentilisce il tuo aspetto e lo rende regale. Adoro le tue ali che fendono l’azzurro ed eleganti si flettono nell’aria; la tua lunga coda mi riempie d’orgoglio quando, misteriosa, si trasforma in ventaglio; sento un brivido strano che mi attraversa il corpo nel percepire quell’intimo fruscio delle tue ali quando le sbatti al vento per volarmi incontro. Guardo i tuoi occhi che sembrano rubini quando la luce li pervade ma all’ombra dei cespugli spiccano neri sul tuo capino grigio delicato. Amo il becco appuntito che scava nel terreno e il tuo gozzo che si gonfia intrigante quando risponde al mio richiamo …”.
Azzurra: guarda mio sposo, sul letto apparecchiato ho deposto due uova levigate e attendono noi due per essere covate. Avvicinati a me, prendi posto su quella più grandina l’altra la covo io con l’amore di madre, presto si dischiuderanno e i nostri figli potranno assaporare quel liquido gustoso che il nostro gozzo produce per loro: preparati Argento … a diventare padre. |
La Sorpresa
L’incontro con Gesù
però ti ho visto lungo il fiume quando sei stato battezzato. Là ho incrociato il tuo sguardo e mi hai incantato. Ho riconosciuto la colombella che ti si è posata sulla spalla, apparteniamo alla stessa famiglia, è una mia sorella! Aveva una veste luminosa che certo l’aurora le aveva regalato, splendeva più del sole mentre si avvicinava, forse ti portava il messaggio di un amore profondo che si eleva prezioso dall’intero Creato. Mi ha intenerito il cuore quando si è accostata alla tua guancia per lasciarvi un bacio! Poi è sopragiunto il tuono ma il cielo è rimasto azzurro … allora, ho sentito una voce forte che affermava di essere tuo Padre. Sono stordita, non so cosa pensare dimmi chi sei e come ti posso chiamare.
Gesù: Azzurra, tortorella mia, sono Gesù e vengo da quel Cielo che ha dato vita a tutte le creature, sono sceso in terra per portarvi l’amore. Vieni più vicino appenditi sull’indice di questa mano che ti benedice, sono io che vi ho chiamato in Palestina, so dell’amore che Argento ha per te e che ricambi con tanta fedeltà, so delle uova che hai deposto nell’incavo del muro, non avere paura, le proteggerò. Seguimi Azzurra, seguimi con il tuo sposo, vi faccio miei discepoli, a voi confiderò le pene che affliggono il mio cuore e nell’ora estrema lenirete insieme l’immensità del mio dolore.
Azzurra: Gesù! Che bello pronunciare il tuo nome! Ti seguirò dovunque con il mio dolce sposo; Argento userà per te i suoi richiami d’amore appassionati e, nel solcare il cielo, intrecceremo il nostro volo lungo il tuo cammino. Ora devo tornare al nido, è il mio turno di covare le uova, presto si dischiuderanno e i miei piccini con il loro pigolio ringrazieranno il Padre tuo per la vita che ha offerto loro in dono.
Il terremoto
Argento: aiuto! Tutto trema, Azzurra mia, è arrivata la fine i nostri sogni sono giunti al tramonto il nostro amore non potrà continuare le nostre uova non si schiuderanno e il becco dei nostri figli non si spalancherà affamato per chiederci il cibo che li nutrirà. Perché succede tutto questo? Perché dimenticare i sogni cullati a lungo in cuore e farli morire nel rimpianto di un disegno che per sempre è stato infranto? È questa la vita annunciata con un messaggio di felicità ed ora frantumata da chi ce l’ha donata? Nascere per morire nel fiore degli anni colonne spezzate contro la nostra volontà! Azzurra, ti ho amata, ti ho desiderata, ti sono stato fedele, ora non ti voglio abbandonare e lasciarti infelice a proteggere da sola la covata.
Azzurra: gonfia il tuo gozzo Argento, chiama aiuto, il tuo canto arriverà a Gesù che ci aiuterà, me lo ha promesso, abbi fede, vedrai che il terremoto cesserà.
[...]
Azzurra: Cosa succede ora? Perché la folla grida? Perché non ascolta quella voce che parla d’amore e di speranza?
Argento: Perché non hanno ali … sono piccoli uomini intrappolati dentro norme severe che soffocano la loro libertà, non hanno il cuore alato di un uccello che volando autonomo nel cielo loda ogni giorno Dio per averlo creato! Ora taci, Azzurra, fammi ascoltare quella voce che più alta di tutte risuona nell’aria e, come balsamo potente. ci riporta alla vita.
Gesù: ipocriti! Siete venuti carichi di pregiudizi! La vostra sfrontatezza fa rabbrividire, voi non mi amate e l’unico fine che vi spinge è la curiosità e l’auspicio di vedermi fallire. Per rendere lode al Padre, che vi parla attraverso la mia voce, ho detto all’uomo che giace accanto a me paralizzato: “Sii liberato da tutti i tuoi peccati …” e ora, per mostrarvi che ne ho il potere gli comando: ”Alzati, prendi il tuo lettuccio e torna alla tua casa!”. |
La Gioia
Parole d’Amore
Gesù parlava di noi uccelli, dei fiori dei campi, della natura accogliente e della provvidenza generosa. Perché gli umani s’affannano per il domani? Perché si preoccupano per ciò che non avranno e non ringraziano per quello che hanno già? Sono molto strani questi umani, la natura è una madre provvida che fornisce tutto, è inutile perdere tempo ad accumulare: procura loro pietre e legno per costruire il grande nido per la notte, fa crescere i rami ombrosi per proteggerli dal sole e il fuoco per riscaldarsi al suo calore; dà vita alle pecorelle che offrono loro la lana da filare, fa maturare i frutti succulenti che si possono mangiare e i semi dorati da schiacciare con le grandi mole per impastare il pane, fa spuntare l’acqua da bere dai buchi scuri del terreno, dona loro il lago per pescare, l’amore degli sposi che s’accoppiano per generare i figli, le madri con due gozzi che possono allattare. … Tutto mi fa pensare che gli umani sono tristi perché non hanno compreso che possono volare.
Argento: smetti un momento di parlare Azzurra, quando cominci a spandere al vento le tue meditazioni la testa mi fa male. Vorrei ascoltare la parola di Gesù, fammi un favore, taci per un poco, promettimi che quando parla Lui non parli tu.
Azzurra: volo da Lui, voglio stargli vicino, appollaiarmi attenta sulla sua spalla amica, ascoltare ciò che dice, non ti dolere Argento, quando sono con Lui sono felice!
Argento: non lo fare Azzurra, lo disturberai, c’è tanta gente che ha bisogno di Lui rimani qua … … Ecco, è partita, è andata dove l’ha chiamata il cuore! Come è bella la mia sposa, è libera e intrigante, ha un animo aperto più delle sue ali, si è librata leggera nell’immensità del cielo ed ora la vedo laggiù accovacciata sulla spalla di Gesù.
Gesù: venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed io vi darò ristoro. Affidatevi a me che sono mite e umile di cuore, prendete il mio giogo su di voi esso è dolce come il nettare di un fiore e il suo peso è leggero come la piuma di un uccello. … Chi accoglie voi accoglie me e chi accoglie me accoglie il Padre mio che mi ha mandato, chi un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi miei piccoli avrà dato, dal Padre mio celeste sarà ricompensato. … Chi semina nel terreno buono del suo cuore raccoglie i frutti buoni da presentare al Padre che li accoglie; anche da un seme piccolo può nascere un albero robusto se vi amate, l’amore è come un granello minuscolo di senape che un uomo prende e semina nel campo della vita, esso è il più piccolo dei semi ma diventa un albero con rami rigogliosi e forti dove gli uccelli del cielo possono costruire il nido. … Azzurra, stringi le tue zampette intorno alle mie dita, non temere, voglio dare una carezza al tuo mantello. Quando avrò finito di parlare vola sui tetti delle case e annunzia il mio messaggio ad ogni mio fratello solo e sconfortato. Poi seguimi come sposa fedele, ovunque io vada seguimi con Argento, vi faccio trombettieri della vita, araldi della fede che vince l’ingiustizia il male, il peccato e la malizia, sostenitori della libertà dell’uomo a cui il creatore dell’universo intero ha immesso nell’anima le ali per attirarlo lassù nel suo mistero.
Azzurra: Gesù, vedo una lacrima sopra la tua gota lascia che il mio becco delicato la beva con la gioia di un innamorato, la tua commozione entrerà lieve nella profondità del mio cuore d’uccello e tutto il mio essere ne sarà ristorato. Ora vado da Argento, mi sta aspettando su quell’albero frondoso, ti seguiremo insieme e, nello scrutare il cielo, la nostra presenza amica ti rallegrerà.
Semi moltiplicati
Azzurra: guarda, Argento, l’amore si è impossessato del creato Il seme nelle ceste si è moltiplicato migliaia sono i pani migliaia sono i pesci tutti accorrono tutti esultano tutti s’inginocchiano e lodano Gesù i bambini battono le mani e fanno il girotondo le madri li accarezzano e riempiono i loro tascapani: il cibo sarà sufficiente anche per l’indomani! Nell’aria si sono alzati gli aquiloni il giorno si rallegra in una festa e il cielo si riempie di colori, gli storpi sorridono i malati guariscono i vecchi mostrano felici i pochi denti rimastigli in bocca tutti s’abbracciano e danzano sul prato.
Argento: cosa succede ora? Il sole si è oscurato Il cielo per incanto si è animato e si riempie di uccelli che osannano a gran voce: arrivano le tortore più rare poggiano le zampette sopra il prato e si nutrono dei semi che Gesù ha moltiplicato. Che spettacolo grandioso! Nessun volatile al mondo aveva mai partecipato a un banchetto imbandito dal grande padrone del creato. Ora s’alza un concerto: le tortorelle accovacciate sui rami tubano il loro “Gloria” al cielo, le farfalle posate su ogni arbusto sfoggiano le ali ricamate, le mani dei bambini si fermano sui fiori e ne intrecciano corone delicate. Tutto il mondo è in festa, la comunità che Dio ha creato si è unita per amare e con la fede che dà forza al mortale sta organizzando la prova generale di quel Regno divino di Lassù che Gesù è venuto in terra ad annunciare. [...] Le porte dei cieli si aprono alla luce
Gesù: Sii benedetto Padre perché ai sapienti hai nascosto i grandi avvenimenti e li hai rivelati agli esseri piccoli e innocenti. Queste tortorelle hanno compreso che io sono turbato che sono pieno di dubbi stordito dai segni che mi mandi confuso dalla potenza divina che hai voluto condividere con me. So che un periodo difficile m’attende, tu mi mandi visioni di croce, di morte e di resurrezione, affidi a me la precarietà dell’uomo e mi chiedi di convertire i cuori che non sanno amare, che non comprendono la verità della tua luce, che non riescono ad andare al di là delle regole ottuse e si rifiutano di accogliere la tua paternità. Aiutami in questo percorso duro, dammi la forza di sostenere l’uomo turbato da una vita dura stancante umiliante piena di paure che lo priva, a volte, di quella dignità che tu gli hai consegnato. … Mi rivolgo a voi che mi seguite a voi miei amici che non ricevete conforto da una realtà che vi riempie di ferite: se siete turbati venite a me se siete perseguitati venite a me se siete tiranneggiati venite a me se siete calpestati o schiavizzati venite a me ed io vi restituirò la pace. Imparate dalla mitezza del mio cuore e gusterete le delizie che Dio ha preparato per la vostra vita.
Azzurra: sono solo una piccola tortora, Gesù, e non ho lacrime che mi bagnino le gote, non ho sospiri per accompagnare le parole che esprimano la forza dell’amore! Ho solo un gozzo che sa vibrare, ho solo una voce che sa tubare, e con questa ti dico:
“cu-CUU-cu … cu-CUU-cu” Gesù
“cu-CUU-cu … cu-CUU-cu Mio Signore
“cu-CUU-cu … cu-CUU-cu Mio grande amore!
Gesù: Azzurra! Piccola tortorella che inondi il mondo con il richiamo del tuo canto accorato, quando ti vedo volare sento nell’anima la grandezza del Padre che ha plasmato gli uccelli e me ne ha fatto dono, ha benedetto le messi per produrre il pane che si può spezzare, ha consegnato agli uomini le vigne per estrarne il vino corposo che, in nome del mio sangue, scorrerà nelle vene dell’uomo per poterlo salvare. … Vieni vicino a me, fermati sulla mia spalla e dammi quel conforto che da tanto tempo chiedo al Padre e nelle notte insonni non riesco a trovare. Ho bisogno anche io di tenerezza e provo forte in cuore l’esigenza vitale di una dolce carezza. Sono un uomo solo! Tanta gente segue il mio cammino ma ha il cuore indurito e non sa amare, spesso il mio pianto accompagna la preghiera e sento il peso della mia chiamata che mi fa interrogare su una vita che solo una Croce potrà appagare. … Ora lascerò questa regione salirò su un alto monte ad incontrare il Padre, Lui mi parlerà e mi darà la forza di portare avanti la missione che per la salvezza del mondo io dovrò affrontare. Dal suo grande amore sarò illuminato, dal suo braccio potente sarò riportato nel Regno che mi appartiene e là potrò guardare al di là di quel mistero che in terra non mi è dato penetrare; là, entrambi, in un abbraccio forte, verseremo lacrime commosse ed Egli, sul mio capo, imporrà la sua benedizione. Tu, con la tua purezza, Azzurra, potrai partecipare alla visione divina che spalanca i Cieli e assistere alla grandezza della mia trasfigurazione! … Non avere paura quando sentirai esultare la natura, quando i cieli sentirai parlare e il tuono, con la sua esplosione, la presenza di Dio ti vorrà annunciare. Sali con me sulle alte vette e rammenta per sempre le parole che saranno dette! |
Il Timore L’arrivo a Gerusalemme
Abbiamo volato a lungo per seguire Gesù. Il suo viso ora mi sembra turbato è come se fosse spaventato, forse qualcosa che non conosco lo tiene in apprensione. Non sento più la sua voce in festa, da queste parti la gente travisa i suoi messaggi e con parole infide gli tende dei tranelli per nascondere agli uomini la sua verità. Ho provato a dirgli quel che sento in cuore e lui, sospirando piano, mi ha sussurrato: “Amore!”. Ho visto una lacrima che gli solcava il viso e sul volto dei suoi amici non scorgo più il sorriso. Ricordi quando Gesù ha riportato in vita Lazzaro dopo quattro giorni che era morto? Quando ha fatto guarire il servo del centurione che non professava la stessa religione? Quando ha liberato dalla morte una donna che voleva amare e gli uomini con le pietre in mano volevano ammazzare? Quando si è infuriato in un gran cortile dove la gente si riuniva a pregare e i mercanti tenevano in gabbia gli uccelli da sacrificare proprio a quel Dio che li amava tanto e li aveva creati per volare? L’ho visto scardinare le gabbie e liberare i miei fratelli dalla schiavitù. Essi hanno aperto le ali e felici hanno preso a cantare, poi si sono alzati liberi nel cielo: vi erano tortorelle, colombe e pavoncelle che attendevano Gesù per tornare a volare. Tutti questi segni li abbiamo visti insieme e non capisco come gli umani non comprendano che Gesù è il Messia da loro tanto atteso ed è proprio lui che li salverà. Cosa hanno gli uomini dentro al corpo? Cosa batte sotto le loro piume? Cosa vedono con gli occhi che a me sembrano ciechi? Quale voce esce dal loro becco che non sa cantare e dal loro cuore che ha paura d’amare? Argento, sposo mio, dimmi come si chiama questa città dimmi che mi sto sbagliando e che presto la gioia tornerà.
Argento: siamo di nuovo a Gerusalemme, è una città piena di rumore e confusione la gente è stordita corre, urla, litiga e non è felice. Vi sono uomini che montano a cavallo hanno elmi sopra il capo e spade lungo il fianco sbattono gli zoccoli sui ciottoli di pietra spaventando i bambini ed i piccoli uccelli. Vi sono uomini con la veste nera, lunga, severa, si muovono nella casa di Dio dove la gente prega e parlano una lingua che non è sincera. Nel tempio vi è un mercato di animali che rimbomba di muggiti e di belati è pieno di escrementi lì ammucchiati, il sangue scorre nero sul selciato, un nugolo d’insetti lo sorvola e il loro sciamare mozza il nostro fiato. Non mi piace questo luogo, non mi fido della gente che ho incontrato, non capisco il suo agire simulato. Prima di arrivare ho visto un monte … non era alto, vi abitava la morte, vi erano dei corpi nudi messi in croce che urlavano a un dio feroce e sordo la rabbia del destino avuto in sorte. Vorrei portarti lontano da quassù e tornare sul lago con Gesù.
[...]
Gesù: eccoti Azzurra, ti ho aspettato sapevo che non mi avresti abbandonato. Godi con me della mia gloria, tutti mi osannano tutti mi fanno festa e per un giorno in terra sono Re. L’asino che cavalco è segno di regalità l’usarono i miei avi per rafforzare il regno destinato a durare per l’eternità. Questo regno mi appartiene: sono io il Figlio di quel Dio che ha creato l’universo, vi ha messo le stelle per accendere la notte, ha arroventato il sole per dare luce al giorno, ha confinato le acque dentro i fiumi, ha usato le piogge per dar da bere ai prati, ha macerato i semi nel terreno per generare i frutti, ha permesso agli uccelli di volare, ha impastato l’uomo con la sua energia per farlo simile a se stesso e affidargli il creato. Io sono sceso in terra per salvarlo e rendergli quella dignità che il Padre mio gli aveva consegnato.
Azzurra: come farai Gesù? Come lo salverai? Quali grandi prodigi inventerai? Come posso esserti d’aiuto e farti compagnia rimanere al tuo fianco e deliziarti con la mia allegria?
Gesù: quando tutto sarà compiuto ed io sarò innalzato, attirerò tutti a me e il mondo intero sperimenterà la pace e l’armonia. Allora tornerò dal Padre e con Lui sarò glorificato. … Vi aspetterò alla fine dei tempi in una città nuova dove il lupo dimorerà insieme all’agnello il leopardo si sdraierà al lato del capretto il vitello pascolerà insieme al figlio del leone la mucca e l’orsa dormiranno insieme il leone si ciberà di paglia come il bue il lattante nel nido della vipera si divertirà gioioso e il bambino infilerà la mano nel covo del serpente velenoso. Nessuno più compierà del male in tutto il santo monte, perché l’amore del Signore ricoprirà la terra come le acque hanno coperto il mare
Azzurra: ho ascoltato le tue parole e ho compreso che tu sei quel salvatore che il mondo attende per ridonare pace e felicità a tutte le creature, ma non hai risposto alla mia domanda cosa vuol dire tutto sarà compiuto? Cosa significa io sarò innalzato? Mi vuoi spiegare meglio quale piano di salvezza hai progettato? Sono un po’ turbata, non chiedermi Gesù di attendere la fine dei tempi per averlo spiegato!
Gesù: non piangere per me mia dolce Azzurra, il piano della salvezza che tu aspetti prevede la mia morte sulla croce. Ma poi risorgerò e tu sarai vicino al tuo Gesù. Il giorno benedetto della risurrezione il tuo gozzo potrà modulare un canto per mia Madre e parlarle della grandezza di Dio e della gioia di non morire più. |
Il Dolore
Incontro al Getsemani
allontana da me questo Calice amaro, il mio cuore si spezza il terrore mi assale il corpo non è pronto ad affrontare la morte. Ti offro l’angoscia che mi opprime e alla tua volontà consegno la mia vita. Tu, che tutto puoi che tutto vedi che tutti ami piangi con me, affonda le tue mani nelle piaghe che deturperanno il corpo che mi hai dato, confondi il tuo volto santo con il mio, entra nel mio spirito e fa che si unisca al tuo, attraversa con me la grande prova e riportami là dove nasce la vita [...] Gesù: Azzurra tortorella mia! Perché non dormi ancora? La notte è inoltrata e il buio diminuisce le tue difese non sei spaventata? Non ti ho visto arrivare da dove sei passata? Hai ascoltato il mio pianto e mi hai visto pregare. Il mio sangue divino ti ha macchiato il petto conservalo in memoria del mio amore per te. Sarai tu la creatura che mi darà conforto, tu assisterai alla mia passione e sarai testimone della mia resurrezione; tu porterai a mia Madre tutto il mio dolore e lei per te lo cambierà in amore.
Azzurra: Maestro! Non capisco le tue parole e sono preoccupata, sono solo una tortorella, non sono preparata, tutto appare difficile senza il tuo aiuto non posso fare niente. Brividi di morte attraversano il mio corpo il mio cuore è scosso e ti vorrei aiutare ma non ho strumenti per poterlo fare.
Gesù: mia piccola Azzurra, stai dimenticando l’essenziale, non ricordi più che Dio ti ha munito di ali per poter volare e portare conforto al tuo Gesù! [...] |