Azzurra e Argento

 

Una favola per tutti 
di 
Maria Teresa Lo Bianco

 

di

 

Maria Teresa Lo Bianco

 

“Azzurra e Argento” è la favola dell’amore vissuto fino in fondo, un amore che stravolge la vita, unisce e guarisce.

Essa parla di due tortorelle che, planate nella Palestina di Gesù, si trovano coinvolte in un’avventura più grande di loro e riescono ad attraversarla con la forza che solo l’amore può donare.

Il mondo che propone è quello che gli uomini dovrebbero costruire per essere felici.

Leggendo questo libro si ha veramente l’impressione di “volare” lasciandosi guidare dalla fantasia, pur rimanendo saldamente ancorati alla “Verità” del mistero divino.

L’autrice con audacia ed intuizione ci introduce delicatamente nella profondità della vita terrena di Gesù attraverso la semplicità e la purezza di due tortorelle dal collare orientale, protagoniste della favola.

Dipingere alcune scene è stato per me quasi naturale: la  tecnica pittorica dell’acquerello, immediata ed istintiva,   con le sue particolari fusioni di colore, trasparenze e velature, ha dato forma ed espressione ad accurate descrizioni, appassionati dialoghi e gioiosi cantici.

Un grazie particolare per l’amorevole attenzione rivolta alla sensibilità e alla forza del genere femminile.

                                                                          Patrizia Ruscio

L'Attesa

 

In volo verso la Palestina

 

Argento: sei stanca Azzurra?

Siamo in volo da tante ore

forse vorrai mangiare o bere un poco.

Lascia che individui un campo con dei semi gustosi,

lo vorrei cercare accanto a un fiume,

potremmo rinfrescare là le nostre piume

e dare riposo alle nostre ali.

 

Azzurra: sei sempre pieno di pensieri belli,

che felicità averti incontrato!

Il tuo tubare così profondo e coinvolgente

mi ha fatto innamorare,

quando mi voli intorno

il cuore mi batte forte

e il calore del tuo amore

accende quello mio.

Verrà presto il momento di deporre le uova,

ne voglio fare due,

dovremo cercare un luogo per costruire il nido.

 

Argento: cosa dici Azzurra …

sei già pronta per nidificare?

Non me lo avevi detto,

se è così non ti devi stancare.

 

Azzurra: Argento, sposo mio,

forse sono incinta,

vorrei fermarmi un poco.

Cerca un posto bello con l’erba rasata

che sia pieno di pace

ed io ti seguirò.

 

Argento: eccolo, Azzurra, eccolo laggiù,

c’è un fiume che s’allarga,

vedo delle tamerici,

sono in fiore,

guarda le nuvole rosa che le adornano …

siamo in primavera, è la stagione dell’amore!

Scendiamo là,

certo troveremo dei semini da mangiare

e forse qualche insetto,

se siamo fortunati

riusciremo a beccare anche un trifoglietto!

Sei pronta?

Apri le tue ali orlate d’arabeschi scuri,

spalanca il ventaglio della tua coda

e mostra al cielo che t’inghiotte

la grazia misteriosa

delle timoniere bianche

che guidano il tuo volo nelle nostre rotte.

 

Azzurra: eccomi Argento!

lasciati scivolare prima tu,

stammi davanti,

io scenderò veloce con le mie ali audaci

e ti seguirò mandandoti dei baci.

 

Argento: giù, Azzurra, giù

vai sempre più veloce,

giù verso la terra amica,

ora fai una virata da regina

piano adesso, lasciati planare,

… siamo arrivati in Palestina!

 

Azzurra: cerchiamo il cibo vicino al fiume giallo,

là ci potremo anche dissetare.

Sento una grande pace intorno a noi

gonfia il tuo gozzo Argento

e inizia a cantare.

 

Azzurra: è sera ormai, il silenzio è profondo

il fresco di quest’ora c’invita alla preghiera,

congiungi le tue ali sopra il capo

e ringrazia con me l’autore del Creato:

 

“Io ti ringrazio Padre

che ci hai creato uccelli

munendoci di ali per esplorare il cielo,

che hai creato l’acqua dei ruscelli

per rinfrescarci il corpo,

che hai dato vita alle cascate

che fanno un gran rumore

quando precipitano dall’alto dei dirupi.

Ti ringrazio per le farfalle che giocano nell’aria,

per i fiori pieni di colori,

per l’erba inanellata da gemme di rugiada,

per le bacche che pendono dagl’alberi,

per gli insetti che ci nutrono

e per i frutti gustosi

che ci lasciano in becco

la dolcezza di un bacio.

Io ti ringrazio Padre nostro

per i venti,

per le nuvole,

per il sole che ci riscalda e ci asciuga le piume,

per le onde del mare

che s’infrangono a riva con fragore,

per i rami degli alberi che fanno da tetto ai nostri nidi

per il sereno del cielo dopo il temporale

per le tue grandi ali che ci proteggono dal male

… e per la tua voce soave che c’invita a volare”.

 

 

Il fragore della folla

 

[...]

Azzurra: quell’uomo parla la nostra lingua,

capisco le sue parole,

ora incrocia il mio sguardo

… mi sta fissando in viso e mi manda un sorriso.

Il suo corpo ha l’energia del lampo

che con il suo fuoco

trapassa il buio delle nuvole cariche di pioggia.  

Guarda, s’inginocchia,

chiede di esser battezzato,

cosa vuol dire battezzare?

L’altro uomo prende l’acqua dal fiume

e gliela versa in capo …

ora capisco Argento,

questo è il significato:

è un simbolo,

è come chiedere al Creatore una benedizione,

è una preghiera al Padre nostro

che ci ha dato le piume per proteggere il corpo

e il becco per scovare il cibo nel terreno.

Riceviamo anche noi quell’acqua benedetta,

svolazziamogli intorno,

qualche piccola goccia cadrà sopra di noi

e il nostro amore si rafforzerà.

 

Argento: fermati Azzurra,

guarda quel lume che s’accende in cielo

… è un uccello

è un piccolo fratello,

ha le ali aperte, s’avvicina veloce,

il suo volo è imbrigliato in un raggio di sole,

tutto brilla, tutto diventa puro

anche i tuoi occhi Azzurra si trasformano in oro.

 

Azzurra: è una colomba,

quanto è bella! È vestita a festa,

chi gli ha prestato la veste ricamata?

Forse gliel’ha cucita il vento intorno al corpo,

forse la stoffa l’han tessuta gli uccelli

diventati angeli per insegnare agli uomini

come abbellire il mondo.

lo sai Argento che gli angeli di Dio hanno le ali?

 

Arrivo a Cafarnao

 

[...]

 

Azzurra: … ho le doglie Argento,

mi sento tanto male,

sto deponendo un uovo,

copri la mia pena con la tua voce

che mi sa consolare!

 

Argento: il mio gozzo si gonfia,

congiungo le mie ali

e gorgheggio i versetti

degli amori sponsali:

 

“Ti amo sposa mia,

il tuo manto ha il colore della sabbia del deserto

e il tuo ventre chiaro m’intenerisce il cuore;

amo il tuo collo adornato da un collare

che ingentilisce il tuo aspetto e lo rende regale.

Adoro le tue ali che fendono l’azzurro

ed eleganti si flettono nell’aria;

la tua lunga coda mi riempie d’orgoglio

quando, misteriosa, si trasforma in ventaglio;

sento un brivido strano che mi attraversa il corpo

nel percepire quell’intimo fruscio delle tue ali

quando le sbatti al vento per volarmi incontro.

Guardo i tuoi occhi che sembrano rubini

quando la luce li pervade

ma all’ombra dei cespugli spiccano neri 

sul tuo capino grigio delicato.

Amo il becco appuntito che scava nel terreno

e il tuo gozzo che si gonfia intrigante

quando risponde al mio richiamo …”.

 

Azzurra: guarda mio sposo,

sul letto apparecchiato

ho deposto due uova levigate

e attendono noi due per essere covate.

Avvicinati a me,

prendi posto su quella più grandina

l’altra la covo io con l’amore di madre,

presto si dischiuderanno

e i nostri figli potranno assaporare

quel liquido gustoso

che il nostro gozzo produce per loro:

preparati Argento … a diventare padre.

 

La Sorpresa

 

L’incontro con Gesù

 

Azzurra: non so il tuo nome figlio dell’uomo

però ti ho visto lungo il fiume

quando sei stato battezzato.

Là ho incrociato il tuo sguardo

e mi hai incantato.

Ho riconosciuto la colombella

che ti si è posata sulla spalla,

apparteniamo alla stessa famiglia,

è una mia sorella!

Aveva una veste luminosa

che certo l’aurora le aveva regalato,

splendeva più del sole mentre si avvicinava,

forse ti portava il messaggio

di  un amore profondo

che si eleva prezioso dall’intero Creato.

Mi ha intenerito il cuore

quando si è accostata alla tua guancia

per lasciarvi un bacio!

Poi è sopragiunto il tuono

ma il cielo è rimasto azzurro …

allora, ho sentito una voce forte

che affermava di essere tuo Padre.

Sono stordita,

non so cosa pensare

dimmi chi sei e come ti posso chiamare.

 

Gesù: Azzurra, tortorella mia,

sono Gesù e vengo da quel Cielo

che ha dato vita a tutte le creature,

sono sceso in terra per portarvi l’amore.

Vieni più vicino

appenditi sull’indice di questa mano che ti benedice,

sono io che vi ho chiamato in Palestina,

so dell’amore che Argento ha per te

e che ricambi con tanta fedeltà,

so delle uova che hai deposto nell’incavo del muro,

non avere paura, le proteggerò.

Seguimi Azzurra, seguimi con il tuo sposo,

vi faccio miei discepoli,

a voi confiderò le pene che affliggono il mio cuore

e nell’ora estrema

lenirete insieme l’immensità del mio dolore.

 

Azzurra: Gesù! Che bello pronunciare il tuo nome!

Ti seguirò dovunque con il mio dolce sposo;

Argento userà per te

i suoi richiami d’amore appassionati

e, nel solcare il cielo, intrecceremo il nostro volo

lungo il tuo cammino.

Ora devo tornare al nido,

è il mio turno di covare le uova,

presto si dischiuderanno

e i miei piccini

con il loro pigolio

ringrazieranno il Padre tuo

per la vita che ha offerto loro in dono.

 

Il terremoto

 

Argento: aiuto! Tutto trema,

Azzurra mia, è arrivata la fine

i nostri sogni sono giunti al tramonto

il nostro amore non potrà continuare

le nostre uova non si schiuderanno

e il becco dei nostri figli

non si spalancherà affamato

per chiederci il cibo che li nutrirà.

Perché succede tutto questo?

Perché dimenticare i sogni

cullati a lungo in cuore

e farli morire nel rimpianto

di un disegno che per sempre è stato infranto?

È questa la vita annunciata

con un messaggio di felicità

ed ora frantumata da chi ce l’ha donata?

Nascere per morire nel fiore degli anni

colonne spezzate

contro la nostra volontà!

Azzurra, ti ho amata,

ti ho desiderata,

ti sono stato fedele,

ora non ti voglio abbandonare

e lasciarti infelice

a proteggere da sola la covata.

 

Azzurra: gonfia il tuo gozzo Argento,

chiama aiuto,

il tuo canto arriverà a Gesù che ci aiuterà,

me lo ha promesso,

abbi fede,

vedrai che il terremoto cesserà.

 

[...]

 

Azzurra: Cosa succede ora?

Perché la folla grida?

Perché non ascolta quella voce

che parla d’amore e di speranza?

 

Argento: Perché non hanno ali …

sono piccoli uomini

intrappolati dentro norme severe

che soffocano la loro libertà,

non hanno il cuore alato di un uccello

che volando autonomo nel cielo

loda ogni giorno Dio per averlo creato!

Ora taci, Azzurra,

fammi ascoltare quella voce

che più alta di tutte risuona nell’aria

e, come balsamo potente.

ci riporta alla vita.

 

Gesù: ipocriti! Siete venuti carichi di pregiudizi!

La vostra sfrontatezza fa rabbrividire,

voi non mi amate e l’unico fine che vi spinge

è la curiosità e l’auspicio di vedermi fallire.

Per rendere lode al Padre,

che vi parla attraverso la mia voce,

ho detto all’uomo che giace accanto a me paralizzato:

“Sii liberato da tutti i tuoi peccati …”

e ora, per mostrarvi che ne ho il potere gli comando:

”Alzati, prendi il tuo lettuccio e torna alla tua casa!”.

 

La Gioia

 

Parole d’Amore

 

Azzurra: hai sentito, Argento?

Gesù parlava di noi uccelli,

dei fiori dei campi,

della natura accogliente

e della provvidenza generosa.

Perché gli umani s’affannano per il domani?

Perché si preoccupano per ciò che non avranno

e non ringraziano per quello che hanno già?

Sono molto strani questi umani,

la natura è una madre provvida

che fornisce tutto,

è inutile perdere tempo ad accumulare:

procura loro pietre e legno  

per costruire il grande nido per la notte,

fa crescere i rami ombrosi

per proteggerli dal sole

e il fuoco per riscaldarsi al suo calore;

dà vita alle pecorelle

che offrono loro la lana da filare,

fa maturare i frutti succulenti

che si possono mangiare

e i semi dorati da schiacciare con le grandi mole

per impastare il pane,

fa spuntare l’acqua da bere

dai buchi scuri del terreno,

dona loro il lago per pescare,

l’amore degli sposi che s’accoppiano

per generare i figli,

le madri con due gozzi che possono allattare.

… Tutto mi fa pensare che gli umani sono tristi

perché non hanno compreso che possono volare.

 

Argento: smetti un momento di parlare Azzurra,

quando cominci a spandere al vento

le tue meditazioni la testa mi fa male.

Vorrei ascoltare la parola di Gesù,

fammi un favore, taci per un poco,

promettimi che quando parla Lui non parli tu.

 

Azzurra: volo da Lui,

voglio stargli vicino,

appollaiarmi attenta sulla sua spalla amica,

ascoltare ciò che dice,

non ti dolere Argento,

quando sono con Lui sono felice!

 

Argento: non lo fare Azzurra,

lo disturberai,

c’è tanta gente che ha bisogno di Lui

rimani qua …

… Ecco, è partita,

è andata dove l’ha chiamata il cuore!

Come è bella la mia sposa,

è libera e intrigante,

ha un animo aperto più delle sue ali,

si è librata leggera nell’immensità del cielo

ed ora la vedo laggiù

accovacciata sulla spalla di Gesù.

 

Gesù: venite a me voi tutti

che siete affaticati e oppressi

ed io vi darò ristoro.

Affidatevi a me

che sono mite e umile di cuore,

prendete il mio giogo su di voi

esso è dolce come il nettare di un fiore

e il suo peso è leggero come la piuma di un uccello.

Chi accoglie voi accoglie me

e chi accoglie me

accoglie il Padre mio che mi ha mandato,

chi un solo bicchiere d’acqua fresca

a uno di questi miei piccoli avrà dato,

dal Padre mio celeste

sarà ricompensato.

Chi semina nel terreno buono del suo cuore

raccoglie i frutti buoni

da presentare al Padre che li accoglie;

anche da un seme piccolo

può nascere un albero robusto se vi amate,

l’amore è come un granello minuscolo di senape

che un uomo prende e semina nel campo della vita,

esso è il più piccolo dei semi

ma diventa un albero con rami rigogliosi e forti

dove gli uccelli del cielo possono costruire il nido.

Azzurra, stringi le tue zampette intorno alle mie dita,

non temere, voglio dare una carezza al tuo mantello.

Quando avrò finito di parlare

vola sui tetti delle case

e annunzia il mio messaggio

ad ogni mio fratello solo e sconfortato.

Poi seguimi come sposa fedele,

ovunque io vada seguimi con Argento,

vi faccio trombettieri della vita,

araldi della fede che vince l’ingiustizia

il male, il peccato e la malizia,

sostenitori della libertà dell’uomo

a cui il creatore dell’universo intero

ha immesso nell’anima le ali

per attirarlo lassù nel suo mistero.

 

Azzurra: Gesù, vedo una lacrima sopra la tua gota

lascia che il mio becco delicato

la beva con la gioia di un innamorato,

la tua commozione entrerà lieve

nella profondità del mio cuore d’uccello

e tutto il mio essere ne sarà ristorato.

Ora vado da Argento,

mi sta aspettando su quell’albero frondoso,

ti seguiremo insieme e,

nello scrutare il cielo,

la nostra presenza amica ti rallegrerà.


[...]

Semi moltiplicati

 

Azzurra: guarda, Argento,

l’amore si è impossessato del creato

Il seme nelle ceste si è moltiplicato

migliaia sono i pani

migliaia sono i pesci

tutti accorrono

tutti esultano

tutti s’inginocchiano e lodano Gesù

i bambini battono le mani e fanno il girotondo

le madri li accarezzano

e riempiono i loro tascapani:

il cibo sarà sufficiente anche per l’indomani!

Nell’aria si sono alzati gli aquiloni

il giorno si rallegra in una festa

e il cielo si riempie di colori,

gli storpi sorridono

i malati guariscono

i vecchi mostrano felici

i pochi denti rimastigli in bocca

tutti s’abbracciano e danzano sul prato.

 

Argento: cosa succede ora?

Il sole si è oscurato

Il cielo per incanto si è animato

e si riempie di uccelli che osannano a gran voce:

arrivano le tortore più rare

poggiano le zampette sopra il prato

e si nutrono dei semi che Gesù ha moltiplicato.

Che spettacolo grandioso!

Nessun volatile al mondo

aveva mai partecipato

a un banchetto imbandito

dal grande padrone del creato.

Ora s’alza un concerto:

le tortorelle accovacciate sui rami  

tubano il loro “Gloria” al cielo,

le farfalle posate su ogni arbusto

sfoggiano le ali ricamate,

le mani dei bambini si fermano sui fiori

e ne intrecciano corone delicate.

Tutto il mondo è in festa,

la comunità che Dio ha creato

si è unita per amare

e con la fede che dà forza al mortale

sta organizzando la prova generale

di quel Regno divino di Lassù

che Gesù è venuto in terra ad annunciare. 

[...]

Le porte dei cieli si aprono alla luce

 

Gesù: Sii benedetto Padre

perché ai sapienti

hai nascosto i grandi avvenimenti

e li hai rivelati agli esseri piccoli e innocenti.

Queste tortorelle hanno compreso

che io sono turbato

che sono pieno di dubbi

stordito dai segni che mi mandi

confuso dalla potenza divina

che hai voluto condividere con me.

So che un periodo difficile m’attende,

tu mi mandi visioni di croce,

di morte e di resurrezione,

affidi a me la precarietà dell’uomo

e mi chiedi di convertire i cuori

che non sanno amare,

che non comprendono la verità della tua luce,

che non  riescono ad andare al di là

delle regole ottuse

e si rifiutano di accogliere la tua paternità.

Aiutami in questo percorso duro,

dammi la forza di sostenere l’uomo

turbato da una vita dura

stancante

umiliante

piena di paure

che lo priva, a volte,

di quella dignità che tu gli hai consegnato.

Mi rivolgo a voi che mi seguite

a voi miei amici che non ricevete conforto

da una realtà che vi riempie di ferite:  

se siete turbati

venite a me

se siete perseguitati

venite a me

se siete tiranneggiati

venite a me

se siete calpestati o schiavizzati

venite a me

ed io vi restituirò la pace.

Imparate dalla mitezza del mio cuore

e gusterete le delizie

che Dio ha preparato per la vostra vita.

 

Azzurra: sono solo una piccola tortora, Gesù,

e non ho lacrime che mi bagnino le gote,

non ho sospiri per accompagnare le parole

che esprimano la forza dell’amore!

Ho solo un gozzo che sa vibrare,

ho solo una voce che sa tubare,

e con questa ti dico:

 

cu-CUU-cu … cu-CUU-cu”  

Gesù

 

cu-CUU-cu … cu-CUU-cu

Mio Signore

 

cu-CUU-cu … cu-CUU-cu

Mio grande amore!

 

Gesù: Azzurra!

Piccola tortorella che inondi il mondo

con il richiamo del tuo canto accorato,

quando ti vedo volare

sento nell’anima la grandezza del Padre

che ha plasmato gli uccelli

e me ne ha fatto dono,

ha benedetto le messi

per produrre il pane che si può spezzare,

ha consegnato agli uomini le vigne

per estrarne il vino corposo  

che, in nome del mio sangue,

scorrerà nelle vene dell’uomo

per poterlo salvare.

Vieni vicino a me,

fermati sulla mia spalla e dammi quel conforto

che da tanto tempo chiedo al Padre

e nelle notte insonni non riesco a trovare.

Ho bisogno anche io di tenerezza

e provo forte in cuore

l’esigenza vitale di una dolce carezza.

Sono un uomo solo!

Tanta gente segue il mio cammino

ma ha il cuore indurito e non sa amare,

spesso il mio pianto accompagna la preghiera

e sento il peso della mia chiamata

che mi fa interrogare su una vita

che solo una Croce potrà appagare.

Ora lascerò questa regione

salirò su un alto monte ad incontrare il Padre,

Lui mi parlerà e mi darà la forza

di portare avanti la missione

che per la salvezza del mondo io dovrò affrontare.

Dal suo grande amore sarò illuminato,

dal suo braccio potente

sarò riportato nel Regno che mi appartiene

e là potrò guardare al di là di quel mistero

che in terra non mi è dato penetrare;

là, entrambi, in un abbraccio forte,

verseremo lacrime commosse

ed Egli, sul mio capo, imporrà la sua benedizione.

Tu, con la tua purezza, Azzurra,

potrai partecipare alla visione divina

che spalanca i Cieli

e assistere alla grandezza

della mia trasfigurazione!

Non avere paura quando sentirai esultare la natura,

quando i cieli sentirai parlare

e il tuono, con la sua esplosione,

la presenza di Dio ti vorrà annunciare.

Sali con me sulle alte vette

e rammenta per sempre le parole che saranno dette!

 

Il Timore

 

L’arrivo a Gerusalemme

 

Azzurra: dove siamo Argento?

Abbiamo volato a lungo per seguire Gesù.

Il suo viso ora mi sembra turbato

è come se fosse spaventato,

forse qualcosa che non conosco

lo tiene in apprensione.

Non sento più la sua voce in festa,

da queste parti la gente travisa i suoi messaggi

e con parole infide gli tende dei tranelli

per nascondere agli uomini la sua verità.

Ho provato a dirgli quel che sento in cuore

e lui, sospirando piano,

mi ha sussurrato:

“Amore!”.

Ho visto una lacrima che gli solcava il viso

e sul volto dei suoi amici non scorgo più il sorriso.

Ricordi quando Gesù ha riportato in vita Lazzaro

dopo quattro giorni che era morto?

Quando ha fatto guarire il servo del centurione

che non professava la stessa religione?

Quando ha liberato dalla morte una donna

che voleva amare

e gli uomini con le pietre in mano

volevano ammazzare?

Quando si è infuriato in un gran cortile

dove la gente si riuniva a pregare

e i mercanti tenevano in gabbia

gli uccelli da sacrificare proprio a quel Dio

che li amava tanto e li aveva creati per volare?

L’ho visto scardinare le gabbie

e liberare i miei fratelli dalla schiavitù.

Essi hanno aperto le ali

e felici hanno preso a cantare,

poi si sono alzati liberi nel cielo:

vi erano tortorelle, colombe e pavoncelle

che attendevano Gesù per tornare a volare.

Tutti questi segni li abbiamo visti insieme

e non capisco come gli umani non comprendano

che Gesù è il Messia da loro tanto atteso

ed è proprio lui che li salverà.

Cosa hanno gli uomini dentro al corpo?

Cosa batte sotto le loro piume?

Cosa vedono con gli occhi

che a me sembrano ciechi?

Quale voce esce dal loro becco che non sa cantare

e dal loro cuore che ha paura d’amare?

Argento, sposo mio,

dimmi come si chiama questa città

dimmi che mi sto sbagliando

e che presto la gioia tornerà.

 

Argento: siamo di nuovo a Gerusalemme,

è una città piena di rumore e confusione

la gente è stordita

corre, urla, litiga e non è felice.

Vi sono uomini che montano a cavallo

hanno elmi sopra il capo e spade lungo il fianco

sbattono gli zoccoli sui ciottoli di pietra

spaventando i bambini ed i piccoli uccelli.

Vi sono uomini con la veste nera, lunga, severa,

si muovono nella casa di Dio dove la gente prega

e parlano una lingua che non è sincera.

Nel tempio vi è un mercato di animali

che rimbomba di muggiti e di belati

è pieno di escrementi lì ammucchiati,

il sangue scorre nero sul selciato,

un nugolo d’insetti lo sorvola

e il loro sciamare mozza il nostro fiato.

Non mi piace questo luogo,

non mi fido della gente che ho incontrato,

non capisco il suo agire simulato.

Prima di arrivare ho visto un monte …

non era alto, vi abitava la morte,

vi erano dei corpi nudi messi in croce

che urlavano a un dio feroce e sordo

la rabbia del destino avuto in sorte.

Vorrei portarti lontano da quassù

e tornare sul lago con Gesù.  

 

[...]

 

Gesù: eccoti Azzurra, ti ho aspettato

sapevo che non mi avresti abbandonato.

Godi con me della mia gloria,

tutti mi osannano

tutti mi fanno festa

e per un giorno in terra sono Re.

L’asino che cavalco è segno di regalità

l’usarono i miei avi per rafforzare il regno

destinato a durare per l’eternità.

Questo regno mi appartiene:

sono io il Figlio di quel Dio

che ha creato l’universo,

vi ha messo le stelle

per accendere la notte,

ha arroventato il sole

per dare luce al giorno,

ha confinato le acque dentro i fiumi,

ha usato le piogge

per dar da bere ai prati,

ha macerato i semi nel terreno

per generare i frutti,

ha permesso agli uccelli di volare,

ha impastato l’uomo con la sua energia

per farlo simile a se stesso e affidargli il creato.

Io sono sceso in terra per salvarlo

e rendergli quella dignità

che il Padre mio gli aveva consegnato.

 

Azzurra: come farai Gesù?

Come lo salverai?

Quali grandi prodigi inventerai?

Come posso esserti d’aiuto e farti compagnia

rimanere al tuo fianco

e deliziarti con la mia allegria?

 

Gesù: quando tutto sarà compiuto

ed io sarò innalzato,

attirerò tutti a me

e il mondo intero sperimenterà la pace e l’armonia.

Allora tornerò dal Padre

e con Lui sarò glorificato.

Vi aspetterò alla fine dei tempi in una città nuova

dove il lupo dimorerà insieme all’agnello

il leopardo si sdraierà al lato del capretto

il vitello pascolerà insieme al figlio del leone

la mucca e l’orsa dormiranno insieme

il leone si ciberà di paglia come il bue

il lattante nel nido della vipera

si divertirà gioioso

e il bambino infilerà la mano  

nel covo del serpente velenoso.

Nessuno più compierà del male

in tutto il santo monte,

perché l’amore del Signore ricoprirà la terra

come le acque hanno coperto il mare

 

Azzurra: ho ascoltato le tue parole

e ho compreso che tu sei quel salvatore

che il mondo attende

per ridonare pace e felicità a tutte le creature,

ma non hai risposto alla mia domanda

cosa vuol dire tutto sarà compiuto?

Cosa significa io sarò innalzato?

Mi vuoi spiegare meglio

quale piano di salvezza hai progettato?

Sono un po’ turbata,

non chiedermi Gesù di attendere la fine dei tempi

per averlo spiegato!

 

Gesù: non piangere per me mia dolce Azzurra,

il piano della salvezza che tu aspetti  

prevede la mia morte sulla croce.

Ma poi risorgerò e tu sarai vicino al tuo Gesù.

Il giorno benedetto della risurrezione

il tuo gozzo potrà modulare un canto per mia Madre

e parlarle della grandezza di Dio

e della gioia di non morire più.

 

Il Dolore

 

Incontro al Getsemani

 

Gesù: Padre, se puoi,

allontana da me questo Calice amaro,

il mio cuore si spezza

il terrore mi assale

il corpo non è pronto ad affrontare la morte.

Ti offro l’angoscia che mi opprime

e alla tua volontà consegno la mia vita.

Tu, che tutto puoi

che tutto vedi

che tutti ami

piangi con me,

affonda le tue mani nelle piaghe

che deturperanno il corpo che mi hai dato,

confondi il tuo volto santo con il mio,

entra nel mio spirito e fa che si unisca al tuo,

attraversa con me la grande prova

e riportami là dove nasce la vita

[...]

Gesù: Azzurra tortorella mia!

Perché non dormi ancora?

La notte è inoltrata

e il buio diminuisce le tue difese

non sei spaventata?

Non ti ho visto arrivare

da dove sei passata?

Hai ascoltato il mio pianto e mi hai visto pregare.

Il mio sangue divino ti ha macchiato il petto

conservalo in memoria del mio amore per te.

Sarai tu la creatura che mi darà conforto,

tu assisterai alla mia passione

e sarai testimone della mia resurrezione;

tu porterai a mia Madre tutto il mio dolore

e lei per te lo cambierà in amore.

 

Azzurra: Maestro! Non capisco le tue parole

e sono preoccupata,

sono solo una tortorella,

non sono preparata,

tutto appare difficile

senza il tuo aiuto non posso fare niente.

Brividi di morte attraversano il mio corpo

il mio cuore è scosso e ti vorrei aiutare

ma non ho strumenti per poterlo fare.

 

Gesù: mia piccola Azzurra,

stai dimenticando l’essenziale,

non ricordi più

che Dio ti ha munito di ali per poter volare

e portare conforto al tuo Gesù!

[...]

... Continua