Le Liriche

di

 

Maria Teresa Lo Bianco Barbera

Le liriche di Maria Teresa Lo Bianco sono una lode ed una preghiera elevata al cielo. Molte di esse hanno la forma di un racconto breve e narrano storie che parlano delle meraviglie della creazione o intessono un colloquio con il divino. La forma chiara e scorrevole apre l'anima alla preghiera e costituisce un modo naturale e spontaneo di mettersi in comunione con il Signore e con la Vergine Maria e offrire loro la propria umanità.
Le liriche
sono state raccolte in un volume dal titolo

CANTO D'AMORE

Le liriche più belle sono state registrate in un CD con la voce di Cristina del Sordo, lettrice presso la Radio Vaticana,  e vengono donate dietro versamento di una offerta alla Casetta Lauretana del Sogno ONLUS,  che accoglie bambini in difficoltà dai 4 agli 11 anni.

Il Sogno ONLUS”

Intesa San Paolo – Filiale 00201 – Viale Trieste, 27 – 00019 Tivoli (RM)

IBAN IT28C0306939450100000002939

Conto corrente postale N° 75850677

 

inviare una mail con il proprio recapito e gli estremi del versamento, riceverete a casa il CD.

Appresso sono riportate alcune liriche. Quelle evidenziate in rosso hanno l'accompagnamento vocale

                                                                                                        Solitudine

 

 

AnnunciazioneIl silenzio di DioCristo parlaSul cuscinoDal DesertoL'Aldilà

FedeVitaSignora MariaAlzatevi andiamoNovembreJeshua

Linea d'orizzonteMadre celesteLo sguardoIl Tuo SangueIn ascoltoEsplosione

AnniversarioDacci la manoTerra SantaBello!Volto del mio DioPazzia d'Amore

Risorto per teGetzemaniFermatiScegli l'amore

 

Scegli l’amore

 

 

 

Persa in una vita distratta

non ti cercavo Dio:

e un giorno mi hai cercato tu.

Assorta nei progetti del mondo

non ti pensavo Dio:

e il mio nome era sempre sulle tue labbra.

Senza la tua luce

il cuore si era spento

e le tue carezze lo hanno ridestato.

Scelta da te mi sono innamorata,

tra le tue braccia mi sono abbandonata,

sotto la Croce mi sono inginocchiata

e ho pianto.

 

PAZZIA D'AMORE

Nuvole rosate

che viaggiano nel cielo

volteggiano veloci

per toccarsi

intrecciarsi

assumere sembianze umane

amarsi

e rimettersi in viaggio.
 

Spuma di mare

che s’innalza

si arrotola

si piega su se stessa

fa esplodere il suo ventre

s’infrange sulla riva

e poi si placa

nella salinità di un bacio.
Delirio d’un corpo

che Dio rapisce

solleva

esalta

vince

distende

e nel desiderio appagato

ricongiunge a Sé.

Follia di un cuore

che si tuffa nell’energia del sole

ne raccoglie i raggi al suo tramonto

li intreccia

li modella

se ne veste

e nel fuoco che lo divora

trasfigura l’anima.

 

Pazzia di Dio

fiamma che divampa

sete che non si spegne

dolcezza che annienta le paure

sublimità che eleva nelle altezze

tu mi hai sedotto

e dal vento possente del tuo amore

mi lascio trasportare.

RISORTO PER TE

Sono risorto per te

che sei fuggito dalla tua terra

insicura e grondante di sangue;

per te che sei emarginato, infelice, solo e disperato;

per te che sei malato ed abbandonato dai fratelli

in un ospedale

in una infermeria

in un ospizio con le sbarre alle finestre;

per te che sei affamato

e tutto il cibo che ti viene offerto è stato contaminato;

per te che mi ami

e non puoi praticare la tua fede perché sei perseguitato;

per te che hai un bambino handicappato,

un figlio drogato o alienato;

per te che hai bisogno di aiuto

perché sei nato senza mani e devi essere imboccato;

per te che sei carrozzellato

e non puoi correre tra i boschi,

nei prati o in mezzo ai fiori che io ho creato;

per te, ancora, che mi hai abbandonato

perché non ti sei accorto quanto ti ho sempre amato!

Sono il tuo Dio,

sono il tuo amico,

il tuo fratello che è venuto in terra

perché non poteva abbandonarti al tuo peccato.

Sono Colui che è morto per te

e che è risuscitato per renderti immortale

e farti come me:

erede del Regno dell’Amore

quel Regno che

 al principio dei tempi

il Padre mio ha creato

e io voglio condividere con te!

FERMATI!

 

Dove stai andando figlio che scappi dal tuo nome

figlio che non ti conosci e non sai che ti sto cercando,

dove stai andando ragazzo ancora imberbe

che ti stordisci nel rumore del mondo

che non ti chiedi perché ti ho creato

ed hai perso la libertà di essere te stesso.

Fermati in riva al mare

siediti sulla sabbia umida

e fatti lambire i piedi dalla spuma bianca,

guarda il disco del sole che s’incendia nell’ora del tramonto,

ed ascolta la voce che ti chiama:

sentirai il nome che ho pronunziato Io

quando ti ho sentito piangere per la prima volta

è il nome che ripeto ogni mattina per donarti il buon giorno.

Sono il tuo Dio,

voglio affrancare la tua vita incatenata al ceppo,

riempire quel vuoto che ti dà dolore

farti gustare la gioia di essere mio figlio

e rivelarti che appartieni al Cielo.

Sono il Creatore che si è fatto creatura per essere tuo amico,

sono il Signore che ti chiede di lasciarti amare

perché se tu spegni  la luce che ho acceso nei tuoi occhi

nel firmamento mancherà una stella

e nel mio cuore mancherà mio figlio.
 

 

VITA

 Vita!

Tenera foglia verde, gentile,

irrorata dalla linfa che ti dà alimento,

sei attaccata ad un ramo con una presa tenue,

sei sbattuta dal vento,

percossa dalla pioggia,

riscaldata dal sole!

Basta che una mano distratta

ti tiri con violenza

e ti stacchi, deperisci e muori.

Eppure, per un gioco del mistero

non penetrato dalla nostra mente,

sei tutelata, curata, amata dal Signore.

Lui ti tiene salda, incollata al tuo ramo,

ti mantiene libera,

piena di bellezza

e non permette che tu venga strappata

se puoi servire ancora

a mostrare il verde del tuo cuore

a chi ha perso la speranza in te.

 

GETZEMANI: L'AMICO

 

Quando nel cuore ho un vuoto, io ti cerco.

Se mi commuovo, anche i tuoi occhi brillano.

Quando gioisco, il tuo cuore esulta

e se sorrido sei felice per me.

Oggi sei tu che hai bisogno di me:

mi chiami con una voce fioca

ed il tuo viso è imperlato di sudore scuro

mi stringi la mano per sentirne il calore...

Eccomi Signore! Io ti porgo la spalla,

poggia lì il tuo capo stanco,

e, per una volta,

 trova conforto in me!

 

 

VOLTO DEL MIO DIO

 

Volto del mio Dio stravolto dal dolore ti contemplo

e patisco nelle mie carni la tua pena,

la sento bruciare dentro

e vorrei medicarti le ferite.

Come faccio a levarti dal capo la corona

senza strapparti la carne trafitta dalle spine?

Come faccio a tamponare il sangue che ti riga il viso,

sgorga dal tuo naso tumefatto e dalla bocca che prega?

Come faccio a staccare i chiodi che ti stirano le braccia

e in un dolore senza fine ti dilaniano i polsi?

E i tuoi piedi trafitti?

Quei piedi amati che hanno raggiunto i disperati

che ti hanno portato per le strade impervie

e sono stati lavati dalle lacrime salate dei reietti della società,

i tuoi piedi li vedo sanguinare inchiodati al legno…

Vorrei essere io ad accarezzarli

a staccare quei chiodi e ristorarli!

Non conosco la maniera per poterlo fare

non conosco la strada per poterti aiutare

conosco solo lo strazio del tuo restare in croce.

………..

Figlio! Grazie del tuo amore che mi dà conforto,

se mi guardi mi riscaldi il cuore,

se contempli il mio Corpo crocifisso

riaccendi nel mondo la speranza della redenzione.

Ogni carezza che tu doni a un malato

spande un balsamo fresco sulle mie ferite,

ogni parola gentile pronunciata

toglie una spina dal mio capo,

ogni atto di umiltà e di pace

deterge il sangue che mi brucia in viso,

ogni volta che abbracci un fratello

tutto il mio corpo si rilassa ed io ti benedico.

Continua a pregare il Padre Nostro,

con Lui il dolore viene trasformato

metti nella Sua santa volontà il tuo cammino

e non temere…

la mia sofferenza  non sarà dispersa

è stata portata in cielo con la mia ascensione

brilla come faro potente per attirarvi tutti

ed è già per voi caparra di resurrezione.

 

 

ANNIVERSARIO

 


 

Il mio tempo scorre tra le tue dita, Gesù!

Al tuo telaio, Tu intessi la mia vita!

Io te l’ho donata perché era rimasta vuota

e tu l’hai riempita delle tue delizie,

te l’ho offerta per sentirne il profumo

che si era perso nel turbine stonato delle ore.

 

Tu l’hai accolta per renderla preziosa,

e l’hai voluta incidere nel tuo sacro Cuore,

ne hai tratto la bellezza per farne una corona

da cingere sul Capo ferito dalle spine.

Mentre la contemplo il mio cuore trema e…

non la riconosco.

Ti chiedo notte e giorno a chi appartiene

e tu mi rispondi sempre: “appartiene a me!”.

 Ti appartengo, Signore

e con te voglio dormire sul cuscino…,

con te voglio sollevarmi in volo

e  pregare per chi non ti conosce.

Ardo dal desiderio di intenerirti il cuore

correndoti incontro con le braccia tese

per offrirmi in dono.  

Ti ringrazio, Signore, per questo anniversario

che ricorda il tuo accogliere me come tua sposa.

Ti ringrazio, Gesù, per avere legato la mia mano

a quella di un pastore che mi ha svelato il tuo mistero,

insieme a lui abbracciamo i tuoi piedi e vi poniamo un bacio,

adoriamo il tuo Corpo e ci scordiamo delle cose del mondo

… inebriati dall’intensità del Tuo profumo.

  

    

                                                      

DACCI LA TUA MANO

 

 

 

Era un giorno normale,

ti eri alzata di buon’ora

e percepivi nell’anima un’attesa strana,

tutto sembrava dovere continuare

come ti aveva abituata la tua giovane età,

ma quel giorno apparteneva a Dio,

lo aveva programmato per salvare l’intera umanità.

Fu così che un Angelo ti apparve ed aspettò il tuo sì.

Tu sentisti nel ventre un gran calore

e con dolcezza vi poggiasti la mano.

Da quel momento fosti trasformata

e siglasti il tuo patto d’amore con la Trinità.

 

Maria, Madre nostra,

nel partorire il Figlio di Dio

ci hai partoriti tutti

e ci hai legati a Lui.

Noi ti imploriamo di non lasciarci soli,

di vegliare su ognuno di noi

come una mamma veglia il suo bambino,

lo alimenta, lo riscalda, lo conforta

e gli insegna i valori della vita.

Dacci la mano e non pensare mai

che siamo cresciuti al punto di potere camminare soli,

noi siamo rimasti i tuoi bambini,

bisognosi di aiuto,

incapaci di scegliere la strada

e guardiamo ai tuoi occhi

per cogliervi il consenso

a tutte le incertezza del nostro quotidiano.

 

     

                                                      

PENSIERI DALLA TERRA SANTA
 

 

Non ti lasciamo Terra Benedetta,

portiamo con noi il profumo delle tue vallate,

dei gigli che sbocciano spontanei nei tuoi prati;

portiamo con noi il colore del cielo

e la luce dorata che si riflette sulle acque del lago;

ci siamo caricati dell’energia che si sprigiona dai santuari,

e nei nostri occhi sono rimaste impresse

orme di piedi scalzi nel deserto

e lo stupore di una tomba vuota.

Portiamo via con noi il tuo Volto Signore,

il tuo sguardo addolorato che ci interroga,

il tuo cuore trafitto che chiede di essere sanato

e il grido di dolore di chi abita una patria

incatenata a un muro.

 

 

BELLO!
 

Ti vedo bello Signore:

bello nel seno verginale di tua madre,

bello nella culla fatta di povera paglia,

bello, quando fanciullo, ti rotoli nei campi.

 

Ti vedo bello sul tuo lago,

bello quando chiudi gli occhi in mezzo alla tempesta,

bello nell’abbraccio scherzoso dei bambini,

bello quando guarisci i tuoi fratelli,

bello quando ti fermi per pregare,

bello quando incontri il dolore e domandi perché. 

Ti vedo bello quando fissi il tuo sguardo

e nessuno è più capace di parlare,

bello quando ti commuovi,

bello quando scrivi sulla sabbia il nome di una donna

che riacquista la vita e la consacra a te.

Vedo il tuo volto irradiare amore

quando spezzi con le mani il tuo Corpo

e lo distribuisci prima di farti ammazzare.

Bello quando porgi il tuo sangue in una coppa

e, brindando alla morte, ci rendi immortali.

Bello quando alzi gli occhi al cielo sfigurato ,

perdoni i tuoi carnefici

e gridi a Dio perché ti abbia lasciato solo

e, come reietto, ti abbia abbandonato.  

Ti vedo bello Gesù,

splendente di una luce che sbianca l’universo,

avvolto in un mistero che intimorisce il cuore,

morbido e caldo come le piume di una coltre che mi avvolge,

forte come l’abbraccio di un gigante,

ti vedo innamorato…

come il mio unico Dio che mi ha creato.

 

       

                                           

ESPLOSIONE
 

 

Tu esplodi nella mia anima Signore

senza che ti abbia chiamato!

Mi accendi un desiderio di preghiera

che diventa ascolto

perché non sono io che parlo

ma sei tu che vuoi comunicare con me.

 

Socchiudo i miei occhi con il cuore in festa,

dimmi Gesù, perché hai bussato alla mia porta?

Forse vuoi solo darmi una carezza…

forse vuoi rispondere alle mie richieste…

quali fra le tante?

Vuoi forse risvegliare dal coma quella sposa?

Vuoi forse guarire quel bambino?

Vuoi forse ridare la vita a quel giovane operato?

Vuoi forse medicare il cuore del drogato?

Vuoi forse dare un tetto al disperato? 

Gesù, amico, compagno,

figlio della mia maternità,

tu fai molto di più:

tu diventi custode delle tue creature,

tu stendi la mano e incendi le coscienze,

tu ti trasformi in sole che illumina la via,

tu dipani il filo della nostra storia,

tu accendi la speranza che ci porta lontano.

Non ti chiedo niente

rimango in silenzio

e mi nascondo in te.

 

                                  

LO SGUARDO

 

Non usate parole per annunciare Cristo,

non parlate di lui con formulazioni

con gesti esteriori

con genuflessioni.

Raccontatelo con lo sguardo,

con la luce che si accende negli occhi

che svela i segreti dell’anima

e li trasmette ai cuori.

Non usate gli scritti

per narrarne la storia,

lasciate da parte la mente

per dipingerne il volto.

Guardate in silenzio

chi ve ne chiede il nome

e rispondete con gli occhi

che si chiama AMORE!                                  

IL TUO SANGUE VERSATO

Lo hai versato tutto il tuo sangue, Signore!

Lo hai versato per me.

Io non me ne sono accorto

ed ho continuato a vivere

come se nulla fosse stato,

…mi pesava pensare che

fossi morto per me! 

Lo hai versato tutto per amore,

senza risparmiarti le ingiurie,

le umiliazioni, le torture

…io ho distolto la mente,

non volevo rattristarmi per te!

Passando davanti a un Crocifisso

mi son detto:

ma era proprio necessario?

Io non te lo avevo chiesto!

Ed ho messo a posto la coscienza

pensando che forse avevi esagerato

a morire per me. 

Poi un giorno ho avuto una visione:

mi è sembrato che la natura fosse contaminata,

che i fiori fossero appassiti ed i prati bruciati,

che gli alberi non dessero più frutto,

gli uccelli sbattessero le ali in fin di vita,

i bambini tacessero malati

e l’uomo, carico di piaghe,

stesse cercando l’acqua per lenire le ferite.

L’acqua però non sgorgava più dalla sorgente,

i fiumi melmosi e imputriditi esalavano l’odore della morte,

e i mari, luccicando impietosi,

si erano trasformati in un ammasso di sale.

Fu allora che ho sentito una fitta bucarmi l’anima,

mi sono steso sul terreno,

appiattito per diventare un niente a contatto del suolo,

ho dato sfogo alle mie lacrime e ti ho invocato! 

Perdonami Signore, ti ho gridato,

solo ora comprendo che sei corso in mio aiuto,

ti sei fatto uomo ed hai dato la tua vita

per salvare il creato.

Il mondo era malato e tu hai voluto guarirlo,

l’uomo era sul suo letto di morte e tu lo hai risvegliato,

la vita si stava estinguendo

e tu vi hai trasfuso la tua e l’hai rigenerata.

Cosa ti ha indotto Signore a fare tanto per me?

Potevi lasciare che andassimo in rovina,

potevi volgere il tuo sguardo altrove

e deliziarti della tua maestà,

potevi fare tornare polvere la tua creatura

e scordarti di noi.

Tu invece sei venuto a cercarci…

e hai preso il nostro sembiante per amarci.

Ci hai esaltato volendoti abbassare,

ci hai resi  preziosi volendoci servire,

ci hai divinizzati offrendoci la vita,

ci hai aperto il tuo regno pur sapendo

che ti avremmo inchiodato su una croce.  

Gesù! Come è prezioso il tuo Sangue!

Gesù! Come  è grande il tuo dono!

Gesù! Come è sorprendente il tuo perdono!

Gesù! Come è folle il tuo amore!

Gesù! Come è misterioso il tuo disegno!

Gesù! Come ti ringrazio di esserti fatto uomo!

IN ASCOLTO...

 

Sono sempre in ascolto

anche quando pensi che ti sono lontano;

sono sempre al tuo fianco

anche quando pensi che ti ho abbandonato.

Se mi parli, ogni tua parola mi fa vibrare il cuore,

se mi invochi, ogni tuo desiderio mi fa chinare su di te.

Ti tengo tra le braccia come un figlio amato

e, se non rispondo, è perché non posso sempre darti quello che tu vuoi,

a volte le tue richieste ti farebbero male. 

Abbi fiducia in me:

se il mondo ti mette in croce

Io ti vengo a salvare;

se l’uomo ti tradisce

Io ti sono fedele;

se l’amico ti volta le spalle

Io ti apro il mio cuore.

Continua a farmi arrivare la tua voce,

amo tutto di te,

le tue lacrime, le tue risate, le tue illusioni, la tua fragilità.

Non mi stanco mai di benedirti, di chiamarti per nome,

di farti provare quell’ansia misteriosa che ti tormenta l’anima.

Quando senti dentro di te un vuoto

sono io che mi fermo alla tua porta.

Quando ti senti solo

sono io che preparo la mia entrata.

Riconosci il tocco leggero della mia mano che bussa?

Aspetto con ansia che tu mi socchiuda l’uscio,

io lo spalanco allora,

invado la tua casa,

la riempio della mia energia,

ti dono la mia forza,

ti trasmetto la mia Parola

e mi fermo con te.

                                          

ANNUNCIAZIONE

 

Cosa facevi Maria in quel momento benedetto?
Ti aggiravi per casa indaffarata
e mentre riordinavi le stoviglie
pensavi al tuo sposo un po’ lontano?
Eri seduta intenta a rammendare
e con la mente ti innalzavi a Dio?
O ti apprestavi a prendere il mantello
per andare alla fonte a chiacchierare? 

Dolce fanciulla sbocciata come un fiore,
ti aprivi alla vita con fiducia,
credevi che il mondo fosse bello,
serbatoio d’amore e d’amicizia
fonte infinita di  fraternità. 

Ti ha fermata una luce, un fruscio d’ale,
sei rimasta interdetta, spaventata,
hai passato una mano sulla fronte
come a scacciare un sogno o una visione,
poi l’esultanza ti ha invaso la persona
ed hai compreso che era la realtà. 

Hai sorriso stordita,
mentre il rossore ti accendeva il viso
e la tua fronte scottava come un fuoco.
Hai piegato il ginocchio
ed il tuo cuore  ha rallentato il battito,
Dio ti ha parlato nascosto da una nube
ed ha aspettato che dicessi “Sì”. 

Il mondo ha tremato, ha trattenuto il fiato.
Il sole è sbiancato coperto dalla luna,
un silenzio irreale ha avvolto la natura
e gli angeli di Dio hanno pregato te:
“Maria”, ti han detto
“da te dipende la salvezza,
da te la gioia, l’amore, la speranza,
accetta il seme che genera la vita
accogli il figlio che ti dona Dio”. 

Non hai pensato, non hai dubitato,
con gli occhi bassi ti sei fatta serva,
piccola, umile, donna come tutte,
hai detto “Fiat”, ti dono la mia vita,
sia fatto su di me ciò che tu vuoi,
prendimi Dio, ricoprimi di te,
fammi strumento della tua bontà. 

Per un momento la luce si è offuscata
e un fremito ti ha invaso la persona,
a stento ti sei rimessa in piedi
e nell’alzarti ti sei appoggiata a un vaso
che spinto dal tuo peso inaspettato
è finito a terra frantumato.

Ti sei chinata per raccoglierne i pezzi
e nel guardarli attenta ad uno ad uno
hai visto che su tutti si era formato un segno
due linee che si toccavano nel centro
e avevano la forma di una CROCE.
                                   

 

(Clicca sull'immagine per ascoltare la riproduzione sonora)

 

Jeshua

 Jeshua, sillabe dolci che si sciolgono in bocca

quando pronunzio il tuo nome.

Mio Dio, tenero amore, unica salvezza,

sogno perenne del mio piccolo cuore,

ti sento penetrare il guscio che avvolge la mia anima

e scorgo il tuo sorriso mentre te ne impossessi.

Rimani Signore,

non te ne andare lasciandomi solo una carezza,

non mi basta respirare il tuo profumo,

voglio tutto te stesso,

mi voglio annullare nella tua persona,

viverti dentro, rubare il tuo sembiante,

vestirmi di te per confondermi nella tua energia.

Ti voglio sorprendere mio Dio,

darti un’emozione,

diventare un niente e nascondermi tutta

tra le pieghe del mantello che ti veste,

sarò certa allora

che quando verrai ad accogliermi nel cielo

non troverai più me,

ma troverai il tuo grande cuore

che ha stretto nel suo abbraccio la mia vita.

                                                          

 

SOLITUDINE

Avvolta nel rumore del mondo

cammino tra una folla indifferente

che non mi vede,

io sono trasparente.

Se qualcuno mi rivolge la parola

non è per accarezzarmi

ma per gridarmi in viso la sua rabbia di vivere,

io sono sola.

Porto una mano al petto

per sentire se il cuore batte ancora,

mi risponde la gioia d’amarti ed io ti dico:

io esisto Signore ... e vivo nella tua Persona

Resurrezione

Maria, mamma divina,

ti vedo pallida ai piedi della croce,

non comprendi e preghi

mentre ti scoppia il cuore.

Alzi lo sguardo per incontrare il Suo

ma lui tiene gli occhi chiusi,

si sente abbandonato.

 

Ti concentri in Dio,

gli chiedi di ascoltare i battiti del cuore di tuo figlio

li vuoi contare per capire se la vita lo abbia già lasciato. 

      Solo il silenzio ferisce il tuo orecchio attento,

      e la sua morte ancora non ti fa giungere la voce.

      Sospiri e piangi,

      sei solo un fascio di dolore

      e attendi che dal cielo uccidano il tuo cuore.

 

Quando ti giunge il grido della tua creatura

la pena cessa,

non soffri alla vista di un corpo senza vita

perché la tua anima si è elevata al cielo

e da lassù contempli la sua Resurrezione!

IL SILENZIO DI DIO

Mio Dio, Signore degli spazi sconfinati,
della vita e della morte,
di ogni cuore che palpita,
di ogni fiore che nasce,
di ogni stella che si accende in cielo,
Ti nascondi nella parte più riposta
di quest’anima che prega,
le comunichi il silenzio della Tua parola,
la lasci sospesa nel mistero della Tua grandezza,
la costringi ad affidarsi a Te.

 Sola, sperduta, titubante,
prendo coscienza della Tua presenza,
la sento come un’onda calda che mi dilata il cuore,
ti parlo, ti sussurro parole delicate,
dette in punta di lingua ma tanto appassionate,
aspetto timida, con grande commozione
che tu mi mandi un cenno, un  alito divino
che interrompa la quiete del silenzio che mi unisce a Te.
Nulla arriva nel vento, nulla echeggia nell’aria,
il Tuo messaggio non vibra in una voce. 

Allora volgo lo sguardo sul creato,
sul colore dei fiori
e ascolto il coro assordante degli uccelli,
alzo gli occhi per guardare il cielo
e Tu mi appari grande, risplendente
e ti sento parlare con il linguaggio della tua creazione.

Poi cerco la Tua voce negli occhi dei fratelli
e non la trovo, vi leggo noia,
vi leggo indifferenza,
vi leggo arroganza, dolore, insofferenza.
E’ allora che comprendo il Tuo silenzio,
tu parli il linguaggio dell’amore,
Tu parli nel sorriso di chi si sa donare,
la Tua voce è musica per chi ti sa cercare,
è il gesto fraterno di chi ti vuol trovare.

Il Tuo Verbo è idioma universale,
non appartiene a razze o a confessioni,
lo poni nell’anima che crei,
lo alimenti con la Tua presenza,
è un verbo possente che ci assorda,
Tu ce ne sveli il codice segreto
che è fatto di pace e d’armonia,
di gioia d’incontrarti e di preghiera,
di desiderio di volare in cielo
per riconoscere il timbro della voce
che ci conforta dall’eternità.

                                              

CRISTO PARLA AD UN FRATELLO

Lascia che il mio sguardo
penetri la luce dei tuoi occhi
e attraverso la corrente che si forma
riesca a dialogare con l’anima che è in te.
Voglio svelarti le gioie della vita,
e accompagnarti tra i misteri del mondo,
invitarti a sostare e attingere alla fonte
che si è aperta qui  davanti a te.
Sei arrivato fratello,
non cercare lontano,
guarda dentro di te
e afferrala la mano che s’offre alla tua guida,
lascia le ansie, i turbamenti,
i tuoi mille perché.
Non deviare il pensiero nel passato,
non temere il domani, vivi la vita ora
perché è ora che le cose sono state fatte “nuove”
da chi ha vinto la morte anche per te.
                                                                               

SUL CUSCINO ACCANTO A TE

(Marco 4, 35-41)

… a un certo punto il vento si mise a soffiare con tale violenza che le onde si rovesciavano dentro la barca, e questa già si riempiva d’acqua. Gesù intanto dormiva in fondo alla barca, la testa appoggiata su un cuscino…

Tu dormi Signore
la testa appoggiata su un cuscino
e nel tuo cuore vivi i momenti
dei nostri turbamenti, delle nostre ansie,
del nostro dolore. 

Mentre riposi
la bufera sconvolge il corso della vita
e il mare gonfio, impietoso,
si abbatte sulla nostra barca
fino a farla affondare. 

E’ lì che ti risvegli amore
per invitarci a credere,
per aiutarci a prendere posto sul cuscino
a poppa della nave,posare il capo sul tuo cuore
… e sentirlo pulsare.

Tenendo gli occhi chiusi
Tu sollevi il tuo braccio
lo serri intorno alle nostre spalle
e ci attiri al tuo petto con dolcezza.
Ci insegni ad avere fede
a prendere coraggio
e abbandonarci al Padre accanto a te.

                                            

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LETTERA DAL DESERTO
Sono arrivata nel tuo deserto, Signore
ho guardato le dune,

il vento le spazzava.

Ti ho cercato nel bagliore dorato

mentre su un altare di pietra

la tua passione veniva celebrata.

Quando il tuo santo Corpo

è stato innalzato al cielo,

il tuo volto mi è apparso avvolto

nella luce che si sprigionava dal terreno,

si è stagliato netto contro il cielo azzurro

e si è moltiplicato.

Mi è sembrato di coglierlo

riflesso in un gioco di specchi

mentre tutto intorno si era fatto silenzio.

Forse era un miraggio

o una proiezione del mio cuore

ma ho vista l’impronta del tuo passo

impressa nella sabbia rosa.

In un angolo vi era una figura,

vendeva piccole cose,

aveva l’aria buona,

il suo sguardo era triste

ed il sorriso era scomparso dal suo labbro

che restava muto.

Tutti i deserti del mondo

gli si erano impressi in cuore:

era la solitudine e il bisogno d’amore.

 In questo deserto mi sono genuflessa

e nel mezzo del nulla io ti ho scritto Signore:

ho svuotato la mente,

ho levato dal cuore tutto il peso

che lo inchiodava a terra,

mi sono immersa nel colore dorato

per diventare un niente ed unirmi a te.

Prendi la mia mano,

ti ho detto con dolcezza,

guidami nel vento

che si è alzato forte e trattiene il mio passo

e quando giunge il mio momento

sospingimi Dio,

fammi procedere spedita verso la tua fonte,

attingerò da lì quell’acqua viva

che cura le ferite della vita,

e mentre stanca siederò al tuo fianco a riposare,

chiedimi ti prego, chiedimi da bere.

Lo so che hai sete,

lo vedo dal tuo volto,

dal tuo sguardo che si perde nel vuoto

addolorato,

dall’espressione amara della bocca

che tace e non ha più parole

per questa umanità

che ti tradisce ancora.

 

Io attingerò alla fonte che sgorga dal deserto

scavato nel mio cuore

e ti darò il mio amore

goccia a goccia,

è forse poca cosa

ma unito a quello che nasce dalla preghiera

di chi ti cerca ancora,

di chi ti ha già trovato e  si unisce a me,

diventerà grande,

immenso, come fosse un mare.

                                         

 

L’ALDILÀ

Fissa i tuoi occhi in quelli del Signore
e chiedigli di prepararti
all’incontro importante della vita.
Disponi il tuo animo all’ascolto
e digli  piano piano:
“Gesù, dimmi, come mi accoglierai
quando con un sospiro io chiuderò i miei occhi?
Ti vedrò venirmi incontro con un abito bianco,
con i capelli al vento ed il sorriso buono?
Forse le tue braccia saranno spalancate
ed il tuo passo si affretterà gioioso?

Forse sarai seguito da una folla in festa
e con amore mi porgerai dei fiori?
Oppure la luce mi folgorerà
ed a stento riconoscerò tua madre
che con dolcezza mi condurrà da te?”

ascolta fratello quel che risponderà:
“Quel giorno sarà tanto bello,
la gioia ad un tratto ti sorprenderà,
la pace ti scenderà nell’anima
ed il tuo cuore si rallenterà.
Il mondo, la vita che hai vissuta,
tutto scomparirà dalla tua mente
ed una forza nuova ti solleverà.

 “Non temere”, ti canteranno gli angeli,
se la vita si spegne si accenderà la luce,
se il respiro ti lascia tu sarai entrato in cielo,
se finisce il pensiero ti avrà avvolto l’amore.
Non avere paura
tendimi la mano,
lasciati condurre
e sentirai il sapore dolce nel palato
del mio Corpo Divino che ti ha accompagnato”.

                                                 

FEDE

(Cliccare sull'immagine per ascoltarne la riproduzione sonora)

L'immagine del Manto di Maria - affresco - si trova nella Chiesa di Santa Maria Maggiore - Assisi

 

Fede, stupore di un dono impensato,
verità che va oltre il bisogno di ogni creatura,
incontro con il desiderio appagato. 
Ti accendi nel cuore dell’uomo,
gli illumini il volto,
gli doni la pace. Ma chi ne alimenta la fiamma?
Da dove proviene la gioia che mozza il respiro?
C’è un luogo nel mondo dove poterla trovare, acquistare, rubare? 

Signore, Tu solo ne sei il dispensiere,
Tu solo ne custodisci il tesoro,
lo doni con mano leggera,
lo poni nel petto dell’uomo,
è un dono, un dono d’amore
che apre orizzonti nascosti e mai valicati,
che illumina il nostro cammino,
che invita a guardare lontano. 

Ti prego, Signore, ricordi la manna dal cielo?
Cadeva spontanea, abbondante,
e tutti potevano aprire la mano,
raccoglierne il frutto,
portarlo alla bocca
e con quello cibarsi di Te.
Vorrei ripetessi il Tuo gesto,
vorrei che cadesse la fede dal cielo,
in forma di nastri
che ondeggiano al vento
sgargianti di mille colori,
vorrei che a raccoglierli
ci fossero tutte le genti,
le razze riunite
per cingersi il capo del nastro divino,
e Tu, ne reggessi le fila
e poi ne intrecciassi una trama,
la trama dei nostri pensieri,
dipinti d’amore,
pensati per Te.


                                      

S I G N O R A  M A R I A

(clicca sull'immagine per ascoltare la recitazione vocale)

 Signora Maria,

Signora della porta accanto

vengo a farti visita e ti ascolto.

Con dolcezza infinita tu mi accogli

e inizi a raccontarmi la tua storia,

la vuoi condividere con me.


Tra le tue braccia tieni il tuo bambino,

mentre tu parli

arrivano le note di una nenia sommessa,

accompagnata dal suono straziato di un violino.

La musica fa male tanto è acuta.

La luce del tuo sguardo mi colpisce:

sono incantata ed il mio respiro

si blocca d’improvviso dentro al petto,

il battito del cuore si rallenta.

 Mi parli della nascita a Betlemme,

della fuga in Egitto e delle pene

che il tuo amore di mamma già prevede.

Il piccolo succhia beato dal tuo seno

e la Sua storia scorre

come un presagio oscuro innanzi a te.

Alzi lo sguardo e mi guardi in viso

vedo i tuoi occhi velarsi di dolore

sulle tue labbra si è spento ogni sorriso

senti il sapore amaro della morte,

un freddo tagliente penetra il tuo cuore

ed un odore acre,  nauseabondo

impregna di sé tutte le cose.

Hai avuta una visione

hai visto il tuo bambino schiaffeggiato,

lo hai visto schernito, fustigato;

sulla sua testa è apparsa una corona

fatta di rovi e le sue spine

trapassano il suo capo insanguinato.

Lo vedi inchiodato sopra un legno,

nudo, senza ritegno, abbandonato!

Un grido squarcia l’aria rarefatta,

Tu sbianchi in volto ed il tuo piccino

sgrana i suoi occhi e te li fissa in viso.

Io mi inginocchio, piano, accanto a te,

stringo la tua mano tra le mie,

la porto alle labbra e vi imprimo il mio bacio.

Signora Maria, ti dico sotto voce,

sii benedetta,

Tu sei la prediletta del Signore,

sei stata scelta tra tutte le creature

per ricondurre l’uomo nella luce

per costruire il regno dell’amore. 

Quanto dolore aspetta il tuo cammino!

Quante ingiustizie ti sono preparate!

La sofferenza ti sarà compagna

ed il tuo cuore la sublimerà.

Guarda, ti prego,  guarda oltre la Croce.

.....

Signora Maria, Madonna Addolorata,

vedi quella luce lontana che ci acceca?

E’ il tuo bambino,

brilla sopra il mondo più del sole:

è risorto e ci attrae a sé,

ci ha redenti nel sangue e consegnati

nelle mani del Padre insieme a Te.

                             

 

 

 Alzatevi e andiamo

 

Preparati fratello,

fatti trovare con i calzari ai piedi,

sii pronto per il viaggio che ti conduce al cielo.

Alzati dal tuo posto, ti porto insieme a me,

ti ho preparato un luogo benedetto

ove sei atteso dall’eternità.

Andiamo alla casa del Padre,

ti tengo per la mano,

non chiudere i tuoi occhi,

fissali nel Sole,

ormai sei salvo e la luce divina non ti accecherà.  

                                          

 

Amore negato

Voci di angeli nel cielo,

luci che brillano e occhieggiano tra loro,

volta trapunta da un prato di stelle,

mandatemi un messaggio

e ditemi chi siete.

Siamo i figli non nati

i feti che avete ammazzati,

siamo la coscienza del mondo che vi parla e chiede

“Distribuite sulla terra

tutto l’amore che ci avete negato”.

                                 

Assunzione 

Vedo il tuo corpo muoversi nel cielo,

è vestito d’azzurro e vi si confonde.

Vedo il tuo volto accendersi di rosa

è il tuo incarnato che dà tinta all’aurora.

Sul capo porti una corona di stelle,

la notte le ha serbate per fartene dono.

Ti vedo attorniata dagli angeli di Dio,

festeggiano il giorno della tua Assunzione.

 

Cerco di sollevarmi per arrivare a te,

riesco solo a fare un brevissimo volo,

ho le ali di una piccola farfalla che vola basso,

ma in cuore arde una gran fiamma,

è un fiume in piena che cerca di sfociare

nella dolcezza della tua persona.

Non ti raggiungo Madre,

ma sento il tuo profumo e di quello m’inebrio

mentre ti prego di dare pace al mondo.

                                                   

Novembre

L’aria si è raffreddata e le foglie iniziano a cadere,

i tramonti incendiano il cielo

e la luce avvolge le cose

prima di spegnersi in una notte senza stelle.

 

Il cuore ti cerca mio Signore,

dagli la risposta che ti chiede,

digli come incontrarti nella vita,

come liberarsi dalle povertà,

come trasformarsi nella fede,

come morire al mondo

e ritrovarsi in te.

 

SULLA LINEA D'ORIZZONTE
(Immagine: il sole dietro le nuvole di Daniela Troina Magrì)

Ho vagato attraverso gli anni

cercando un approdo caldo,

un luogo luminoso

dove il sole non tramontasse mai,

dove il cielo e la terra fossero congiunti

e la linea d’orizzonte ferma sullo zenit

mi mostrasse che ce la posso fare,

perché raggiungere il cielo è a portata di volo.

 

Ho chiesto allora a quel cielo un paio d’ali

volevo fare prima,

volevo superare gli ostacoli che vi sono in terra

e planare sicura dove sorge il sole

e aspettarne il tramonto tutti i giorni

sicura che l’indomani sarebbe ritornato

a illuminare il mondo.

Le ali non le ho avute

ho dovuto camminare con fatica,

superare prove,

confondermi tra la folla senza abbraccio,

combattere una battaglia giornaliera,

sbucciarmi le ginocchia, ferirmi le mani

ed arrancare ancora. 

Poi un giorno una voce in una Chiesa

mi ha parlato dell’altro che ci aspetta,

mi ha aperto gli occhi

ed ho guardato meglio l’orizzonte,

ho visto la sua linea formata da punti luminosi,

sono luci che guizzano nel cielo,

sono gli sguardi di figli disperati

che attendono un aiuto.

E’ allora che ho spiccato il volo,

sono andata lontano,

ho ascoltato le voci di chi ha freddo,

di chi non ha un letto per dormire

né una casa per ripararsi quando tramonta il sole.

 Ho chiesto a quel Dio incontrato nella Chiesa

cosa potevo fare per servirlo,

per accogliere una piccola luce

che grida sulla linea d’orizzonte

e Lui mi è sceso in cuore,

mi ha sorriso

e avvicinandosi tanto da farmi stare male

mi ha mormorato piano:

se vuoi servirmi la sera di Natale

regalami un sacco a pelo,

vi prenderemo posto insieme all’umanità che soffre,

ci riscalderemo nella notte fredda,

tu abbracciata a me ed io, il tuo Signore,

vi cullerò sul cuore.
  

 

MADRE CELESTE

Madre,

guardo l’azzurro di questo cielo estivo

e riconosco il tuo manto celeste,

tu te ne vesti e lo fai arrivare fino a noi

per avvolgerci tutti,

per tenerci saldi:

tutti riuniti sotto la tua veste,

come pulcini sotto le tue  ali.

 

Alzo lo sguardo e ti vedo lassù,

rivestita da Cristo come una Regina

che ha conquistato il Regno nella sua umiltà.

È Lui che ti ha posto il mantello sulle spalle

quando ti ha assunta in Cielo;

è Lui che ti ha detto”sì”

quando gli hai chiesto che il suo lembo

sfiorasse la terra per proteggerci tutti;

è Lui che ci aspetta come figli,

nell’ora della morte,

per diventare Cielo… come te.